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Conversazione con Antonis Diamantis, Omma Studio Theatre

 

Conversazione con Antonis Diamantis, attore, regista, autore, direttore di Omma Studio Theatre di Creta, partner internazionale nell’ambito del progetto Weaving Together, vincitore del bando Boarding Pass Plus 2022-2024, realizzato con il sostegno del MiC Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo.

 

Nel corso della residenza presso il Teatro Ton Agron di Kyparissi in Grecia, abbiamo avuto modo non solo di continuare a sviluppare un’ulteriore tappa di Weaving Together progetto di tessitura collettiva multidisciplinare e multiculturale, ma anche e soprattutto di ascoltare, accogliere e interiorizzare la voce di una terra antica, da cui noi tutti in qualche modo sentiamo di discendere.

In particolare, è stato illuminante il contatto con Antonis Diamantis, il cui acuto spirito antropologico e la cui profonda conoscenza del teatro greco hanno sottoposto il nostro lavoro al vaglio di quella che lo stesso Diamantis chiama “la Grecità del mondo”, ovvero la soggiacente filosofia di pensiero che regola le leggi della conoscenza del mondo occidentale dall’antichità all’epoca contemporanea.

Non è possibile riunire in un solo scritto tutta la varietà e la reticolarità nonché tutte le implicazioni di significato delle parole di Diamantis, il quale ci ha aiutato, nel nostro percorso, a indagare il senso e il significato di ogni gesto, accadimento, parola o suono. Teniamo tuttavia a riportare un singolo precipitato di questa ininterrotta conversazione che, se da una parte mostra un valore universalmente condiviso, dall’altra si rivela incredibilmente cogente rispetto al lavoro che stiamo portando avanti e ai ‘contenuti manifesti’ che questo processo creativo, iniziato esattamente nove mesi fa a Parigi, inizia a generare.


Il teatro greco era soprattutto pensato come luogo di terapia.

Lo spirito antropologico e la profonda conoscenza del teatro greco di Antonis Diamantis hanno sottoposto il nostro lavoro al vaglio di quella che lo stesso Diamantis chiama “la Grecità del mondo”, ovvero la soggiacente filosofia di pensiero che regola le leggi della conoscenza del mondo occidentale dall’antichità all’epoca contemporanea.

Parafrasando le parole di Diamantis, il teatro greco era soprattutto pensato come luogo di terapia. Solo per fare un esempio, l’antico Teatro di Epidauro, situato nei pressi del santuario dedicato ad Asclepio, il dio greco della medicina, era usato come mezzo per guarire gli ammalati, poiché si credeva che osservare spettacoli drammatici avesse effetti positivi sulla salute mentale e fisica. C’era dunque la convinzione che dopo aver curato il corpo fosse necessario curare lo spirito, che nella malattia diventa stanco. Nella visione dei Greci il teatro ha la fondamentale funzione della cura, attraverso un complesso sistema di segni in grado di creare non soltanto un nuovo mondo ma, e questo è il punto focale, un nuovo ‘modo’: di vivere, di comportarsi, di concepire la vita, di pensarsi collettività.

In Grecia, un termine usato per significare attore/attrice è ETHOPOIEOS, che viene dalla congiunzione tra ETHOS (comportamento, carattere, norma di vita, valore) e POIEO (fare, generare, creare, inventare, comporre). Il lavoro del performer in scena è dunque non solo quello di inventare un personaggio, un carattere (da cui character in inglese), ma quello di creare una norma di vita, un comportamento sociale, un valore etico. Prometeo, Edipo, Persefone, Clitemnestra, Elettra…. Tutti questi personaggi, tutti questi characters, conducono ad uno specifico comportamento, ad un ethos che porta con sé i valori di una intera società.

Di conseguenza, il lavoro dell’attore e dell’attrice è quello di creare un ethos, è quello di ricordare alle persone quali sono i propri valori, i valori della società, i valori della civiltà.

Questo è il nostro lavoro, noi abbiamo il compito di indurre il nostro pubblico a non dimenticare i propri valori, come ad esempio la solidarietà reciproca, la tolleranza, lo spirito di comunità, la partecipazione attiva al bene comune. Ricordare ciò che unisce a scapito di ciò che divide. Questo è il nostro compito, questo è il compito del teatro

Partendo da queste premesse, non possiamo non sottolineare che quello che si è generato in questi mesi di residenze di drammaturgia e creazione artistica, è proprio un percorso di cura. Tutta la compagnia, sotto la direzione attenta e ricettiva di Annalisa D’Amato si sta interrogando sullo stato di salute dell’umanità oggi. Come si sentono le persone in questo volgere del millennio? Come sono cambiate le comunità? Cosa possiamo fare noi, artisticamente, per lenire il dolore, per alleviare la stanchezza, per rischiarare la crescente melanconia dello spirito? Come ritrovare il contatto con la vita pulsante attraverso un atto artistico? È possibile ristabilire la connessione tra gli umani e il pianeta vivente attraverso l’esperienza teatrale?

Questi alcuni dei punti focali attorno ai quali cresce una nuova creatura, ancora un germoglio, ancora un embrione, che però si nutre della potenza di queste indispensabili domande che la residenza in Grecia ci ha dato in offerta, invitandoci a raccogliere la grande sfida di cui parla Antonis Diamantis nella sua calma saggezza: indurre il nostro pubblico futuro a non dimenticare i propri valori, aiutare le persone a ricordare ciò che già sanno.

Grazie Antonis, faremo del nostro meglio.

Francesca Liguoro
Ente Teatro Cronaca


Sfoglia la photogallery della Residenza a Creta – foto Mikael Lubtchansky

WT - Terza residenza - Teatro Ton Agron, Creta (Grecia)


Guarda l’intervista completa (in inglese)


 
 

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