All’interno del progetto Weaving Together, ci stiamo molto interrogando e confrontando sul tema della temporalità dello sviluppo del processo creativo. Come molti hanno già sottolineato, in questo particolare progetto, grazie anche all’illuminata strategia del Ministero della Cultura, che ha previsto nel programma Boarding Pass Plus, la possibilità di uno sviluppo lento e calibrato del lavoro, noi ci siamo ritrovati ad avere un tempo di costruzione e un tempo di sedimentazione. Cosa significa questo? Lo chiediamo alla curatrice del progetto Annalisa D’Amato, che insieme ad artisti e partner sta guidando la tessitura di un progetto artistico collettivo, multidisciplinare, di respiro internazionale, incentrato attorno alla figura del mito di Orfeo.
Within the Weaving Together project, we are very much questioning and discussing the theme of the temporality of the development of the creative process. As many have already underlined, in this particular project, thanks also to the enlightened strategy of the Ministry of Culture, which has foreseen in the Boarding Pass Plus program the possibility of a slow and calibrated development of the work, we found ourselves having a time of construction and a settling time. What does this mean? We ask the curator of the project Annalisa D’Amato, who together with artists and partners is guiding the weaving of a collective, multidisciplinary, international artistic project centered around the figure of the myth of Orpheus.
Annalisa D’Amato
Avere tempo nel processo creativo permette l’errore che è un valore assoluto. Purtroppo oggi, nella società contemporanea, la società dello spettacolo, ci ritroviamo a parlare soltanto in termini di prodotti bankable e siamo sotto il ricatto costante di dover creare oggetti artistici “capolavoro”, nonostante i tempi di produzione siano ridotti al minimo. Io sono cresciuta artisticamente nell’ambiente di Jerzy Grotowski e il mio compagno di lavoro Antonin Stahly ha lavorato nella compagnia di Peter Brook per vent’anni. I grandi maestri hanno strenuamente lottato per dare alla creazione e produzione di un’opera teatrale il giusto tempo di maturazione, hanno posto enfasi sul processo invece che sul risultato, si sono battuti al fine di far comprendere che tutta la creazione artistica risiede esattamente nel processo e che il processo richiede tempo. È come se avessimo dimenticato la loro lezione.
Having enough time for the creative process allows us to make mistakes, and this is essential. Unfortunately nowadays, in the Society of the Spectacle, we find ourselves speaking only in terms of bankable products and we are under the constant pressure of having to create “masterpiece” artistic objects, despite the fact that production timings are reduced to a minimum. I grew up artistically in Jerzy Grotowski’s environment and my workmate Antonin Stahly worked in Peter Brook’s company for twenty years. The great masters have strenuously fought to give the creation and production of a theatre play the right time to mature, they have put emphasis on the process rather than on the result, they have fought to make people understand that all artistic creation resides exactly in the process and that the process takes time. It is as if we had forgotten their lesson.
Ora, se in quanto artisti, in quanto produzione, pensiamo di poter creare e produrre uno spettacolo con poche settimane di tempo a disposizione per il lavoro, noi stiamo lavorando solo sulle idee, ovvero sulla parte più superficiale del processo artistico. Solo in un processo lungo si può sviluppare il passaggio dall’idea alla vita, attraverso l’ascolto, il rispetto per l’altro, la relazione di gruppo, la ricerca del vero talento tacito che in ognuno di noi risiede, l’estrapolazione di questo talento verso l’esterno, verso l’azione, verso l’espressione artistica. E tutto questo si può realizzare solo se ci prendiamo un tempo, perché l’arte ha a che fare col tempo. Dobbiamo lavorare affinché questo esista, lavorare al livello artistico, produttivo, politico, senza accettare di essere soggiogati dalla ‘Società dello Spettacolo’, dallo show business. Weaving Together, oggi è parte di questa lotta e siamo molto curiosi di scoprire dove ci porterà.
Now, if we think that we can create and produce a show within a few weeks of time, we would only be working on ideas, that is to say, on the most superficial part of the artistic process. Only in a long process can an idea become alive, through the practice of listening, the development of artistic relationships, the search for the true talent that resides in each one of us, the extrapolation of this talent towards action, towards artistic expression. And all of this can only be achieved if we take time, because art has to do with time. To make this happen we need to work on an artistic, productive, political level, and we need to refuse to be subdued to the Society of the Spectacle by the money-oriented dynamics of show business. Weaving Together is part of this struggle and we are very curious to find out where it will take us.
Elvira Buonocore
Nel mio lavoro, trovo sia molto funzionale partire dall’incontro tra le persone, porre le basi di un progetto comune nel dialogo costante. Questo principio vale, in drammaturgia, quando si decide di procedere insieme e condividere lo spazio creativo. L’incontro diventa fondamentale non soltanto dal punto di vista artistico, ma anche da quello produttivo: di fatto, in questo modo, il percorso diventa più fruttuoso. In tal senso, questa prima residenza sulla figura di Orfeo si è costruita poco alla volta, giorno dopo giorno, proprio attraverso uno scambio reciproco; insieme abbiamo cercato una struttura drammaturgica sulla quale impiantare i personaggi, le storie, i sensi che riteniamo necessari. Ma soprattutto abbiamo cercato e costruito un metodo. È evidente, allora, quanto questo sia un progetto in itinere, flessibile, capace di mutare forma a seconda delle condizioni, un percorso che ci permette il lusso della sorpresa. Mi piace dire che con “Orpheus” attraverseremo le stagioni. Abbiamo cominciato in inverno, al freddo, in uno spazio chiuso adatto alla scrittura, ma ritorneremo in primavera, con un gruppo finalmente più ricco. E poi guarderemo l’estate e l’autunno. Ci godremo le stagioni!
In my work, I find it very functional to start from an encounter between people, to lay the foundations of a common project in constant dialogue. This principle applies, in dramaturgy, when one decides to proceed together and share the creative space. The meeting becomes fundamental not only from an artistic point of view, but also from a productive one: in fact, in this way, the path becomes more fruitful.
In this sense, this first residence on the figure of Orpheus was built little by little, day after day, precisely through a reciprocal exchange; together we have looked for a dramaturgical structure on which to implant the characters, the stories, the senses that we deem necessary. But above all we have searched and built a method. It is evident, then, how much this is an ongoing, flexible project, capable of changing shape according to the conditions, a path that allows us the luxury of surprise. I like to say that with “Orpheus” we will go through the seasons. We started in winter, in the cold, in a closed space suitable for writing, but we will return in the spring, with a finally richer group. And then we will look at summer and autumn. We will enjoy the seasons!
Thomas Perriau Bébon
Sono felice e non vedo l’ora di vivere questa avventura insieme. Un’avventura importante per una compagnia, per gli artisti e per tutti i partner. Questo progetto permette diverse cose che mi sembrano importanti e necessarie: incontri, condivisioni, collaborazioni, scambi e scoperte. Un incontro di discipline e di esseri umani mi sembra magnifico! Oggi, consentire questi tempi di ricerca e creazione per diversi mesi, spingendo i limiti e i confini, è un atto forte. Per sentire che possiamo cancellare i confini tra di noi. Tempi di creazione così lunghi sono sempre più rari in Francia. Sono felice di assaporarli e difenderli.Momenti in cui le arti, le lingue e gli esseri umani si incontrano e si scoprono. Penso che abbiamo bisogno di quei momenti, quei tempi. Infine, abbiamo bisogno di tempo. Serve tempo per abbracciare pienamente la fragilità umana. Trovo bella la fragilità, o meglio le fragilità dell’essere umano. L’umano fragile nel suo rapporto con la solitudine. Il bisogno dell’altro, il bisogno di stare con gli altri, di vivere l’incontro. La bella fragilità nel fallimento, nei tentativi e nella speranza. Per poter provare, provare, osservare e riflettere insieme. Per creare finalmente senza pensare ad un risultato perfetto; semplicemente per vivere con gioia il processo, il viaggio insieme. Vivere intrecciando con le fragilità umane. C’è anche questa fragilità umana della memoria, dell’orgoglio, della voglia di ricordare e immaginare il futuro. In questo gruppo, durante questo video, sorrido ascoltando ogni persona portare la storia di un luogo, di un teatro, di una città, di uno spazio e di un altro gruppo con cui questa persona vive. Con questa voglia di condividere e creare un seguito, un’avventura insieme. Questa fragilità tra passato, presente e futuro. Anche se le lingue sono diverse, gli incontri sono possibili. Personalmente, a Napoli con Annalisa e Antonin, anche in napoletano o in italiano, che ancora non parlo, ho sorriso e provato gioia a stare con loro. La gioia di “stare con”. Sarò ingenuo, ma lo trovo bellissimo. Spero che queste avventure siano un inizio, un inizio di un’avventura ancora più grande e più bella! Grazie !
I am happy and looking forward to this adventure together. An important adventure for a company, for artists and for all collaborations.This project allows several things that seem important and necessary to me : meetings, sharing, collaborations, exchanges and discoveries. A meeting of disciplines and humans seems wonderful to me!
Today, allowing these times of research and creation over several months, pushing boundaries and borders, is a strong act. Feel that we can erase the borders between us.
Such long creation times are increasingly rare in France. I am happy to enjoy and defend them. Moments when the arts, languages and humans meet and discover each other. I think we need these moments, these times. Finally, we need time.
Need time to fully embrace human fragility. I find the fragility, or rather the fragilities of the human beautiful.The fragility of human in his relationship with loneliness. The need for the other, the need to be with others, to live encounters.
The beautiful fragility in failure, attempts and hope. To be able to try, try, observe and think together. To finally create without thinking of a perfect result ; simply joyfully live the process, the path together. Living weaving together with human fragilities.
There is also this human fragility of memory, pride, the desire to remember and to imagine the future. In this group, during this video, I smile while listening to each person bring the story of a place, a theater, a city, a space and another group with which this person lives. With this desire to share and create a sequel, an adventure together. This fragility between the past, the present and the future. Even if the languages are different, meetings are possible. Personally, in Naples with Annalisa and Antonin, even in Neapolitan or Italian, which I do not speak yet, I smiled and felt the joy of being with them.
The joy of being with.
I may be naive, but I find it beautiful.
I hope these adventures with you as a beginning, a beginning of an even greater and beautiful adventure! Thank you!